martedì 21 aprile 2015

MARGHERITA

 
 

 

Margherita era un’anziana signora che tutti i santi giorni si recava in chiesa. Portava sempre un impermeabile annodato in vita con una cintura; era magra, lo si intuiva. Quello che colpiva oltre al suo abbigliamento impeccabile, sempre curato come i capelli, era la sua voce. Ho ancora nelle orecchie il suo bisbiglio: una sorta di sibilo prolungato, un sussurro a volte quasi incomprensibile. Non era sempre così facile capire quello che diceva. Cominciava a raccontare di quando andava a lavorare, da giovane; ma che lavoro abbia fatto non l’ho mai capito. Poi di sua madre e di S. Antonio che la mattina prima le aveva nascosto la cintura e che poi miracolosamente gliela aveva fatta ritrovare riposta nel cassetto del suo vecchio comò.

Un giorno entrò in chiesa al Santissimo Redentore, a Venezia, e notai subito nei suoi occhi una luce particolare che li animava. Voleva a tutti i costi parlare con qualcuno, quindi, come al solito, si avvicinò a me, che a suo tempo lavoravo in quella chiesa per http://www.chorusvenezia.org/, e cominciò sottovoce. "Signorina, signorina, mi deve scusare" – era solita scusarsi sempre prima di iniziare – "Parlo con lei perché dalla faccia sento che di lei mi posso fidare. Signorina, ho una cosa qui nella mano che mi dà tanta gioia e un grande senso di pace".

Istintivamente il mio sguardo si abbassò per guardare le sue mani ossute ma quel che notai era solo che stringeva la mano destra a pugno e che la sinistra le era posata dolcemente sopra. Le feci un sorriso anche perché non avrei saputo cosa dirle.

 
" Qui, qui nella mia mano!" – continuò lei – "Il Signore è stato troppo buono con me!". Delicatamente aprì la mano tenendo il palmo rivolto verso l’alto. "Ecco, non vede?". Le sorrisi un’altra volta ma nella mano non potevo vedere niente se non le sue dita avvolte da una pelle ormai rugosa e cadente per l’età. Lei incredula mi guardava e continuava a mostrarmi la sua mano. Non potevo non notare niente secondo lei. "Qui, proprio qui"- e mi indicò l’indice della sua mano destra – "Qui è spuntata una croce!".

 
Dopo qualche secondo di silenzio riprese "Un regalo troppo grande per me! Perché proprio a me? Grazie Signore!" – esclamò guardando il crocefisso vicino all’inginocchiatoio.

Mi avvicinai di più e vidi nella falange del suo indice due rughe, due pieghe della pelle, incrociarsi tra loro a formare il segno di una croce.

"Hai visto?"- mi domandò con voce leggera e quasi infantile. "Sono davvero fortunata. Il Signore è con me."

"Certo" – risposi io. Non si poteva rovinare quell’incanto. Erano due semplici rughe che per caso, tra tante, si erano incontrate proprio in quel punto e lei ci aveva voluto vedere una croce. Ma lei era felice e non le avrei mai tolto quella gioia.

"Certo, è una grande cosa" – le risposi con sguardo comprensivo.
 
 
Avevo capito.

 
 
Margherita (lei teneva molto al suo bel nome) a quel punto strinse la mano in un pugno –"Ho paura che prenda freddo"- mi confessò. "Devo proteggere questa croce. Questo è il mio compito. Pensa che quando esco di casa la mattina per venire qui tengo la mano nella tasca, al calduccio, per paura che la croce possa prendere freddo…..ma ogni tanto la tiro fuori per controllare se c’è ancora. E lei c’è!".
 
 
 
 
Ho sentito il bisogno di fissare quell'emozione, non solo con le parole di questo racconto, ma prima in un disegno....

 
 
 
poi nella materia che riesce ad assorbire i miei sentimenti, il fimo.
 
Ho voluto dare forma a una croce segno di un incontro che non dimenticherò mai.
 
 

Collana croce in fimo

Charm Croce in Fimo by Alberta Bijoux



E la stringo spesso nella mano .


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